Paesaggio d'infanzia: la pietra di serpente e il Conventaccio

La Val di Merse è un’area cui sono particolarmente legata, perché rappresenta la memoria più vivida di mio padre, che nelle sue campagne e boschi ha vissuto per 13 anni, tra infanzia e giovinezza, e che nei suoi racconti mi restituisce l’odore di un’epoca che non esiste più, e che ha lo stesso sapore delle favole di Esopo, le novelle di Emma Perodi (seppure in una diversa area della Toscana), le commedie italiane tra gli anni cinquanta e sessanta.

Faremo un percorso ad anello all’interno della Riserva Naturale del Basso Merse, che si distende fra i Comuni di Murlo, Monticiano e per una piccola fascia Civitella Paganico.

La macchia mediterranea e la lecceta dominano, mentre una particolarissima, tenace vegetazione, con piante estremamente specializzate, si manifesta sugli affioramenti “nudi” di ofiolite, caratterizzati da forti pendenze, dove gli incendi e gli usi a pascolo del passato ne hanno preservato l’unicità. Si tratta di una delle poche aree di affioramento in Toscana.

Quella che troveremo lungo il nostro itinerario, dal colore verde scuro e nero, utilizzata nell’architettura romanica, e più comunemente conosciuta come marmo nero, è stata cavata per costruire, fra gli altri, il Duomo di Siena.

Ed è probabilmente grazie al suo commercio, che ne trassero giovamento i frati agostiniani del vicino Eremo di Montespecchio, che visiteremo e di cui esso stesso è fatto: un’epifania nel bosco, uno degli edifici romanici più belli ed affascinanti della provincia, sebbene non rimangano che parte delle mura e alcuni ruderi.

Ancora, arriveremo al castello di Montepescini, borgo fortificato risalente all’epoca romana, ubicato lungo il tracciato dell’antica via per la Maremma nei pressi della confluenza tra il torrente Farma e il fiume Merse.

Appartenente al demanio, ma purtroppo in stato di abbandono, è stato recentemente segnalato da Italia Nostra per un suo recupero.

Infine i resti di un podere nominato in tutte le carte, che ha accolto l’infanzia di mio padre…e che forse ci accompagnerà a svelare i racconti impigliati nelle pieghe della memoria.