(DIS)AVVENTURE NEI DINTORNI DEL MONTE BIANCO
Eravamo in tanti quest'anno ad aver scelto come luogo di vacanza, con le famiglie, il camping Les Rosierés di Chamonix. Luigi, Marco, Roberto, Silvano e Anna, l'altro Roberto, Alberto, Cesare, e poi le apparizioni veloci di Giuliano, Andrea, Moreno e Matteo, Stefano, Walter e Gabriella. Credevano che fossimo un club e in effetti il gruppo era abbastanza numeroso.
Per molti di noi, abituati ad arrampicare soprattutto in Dolomiti, era la prima esperienza con il granito e soprattutto con l'ambiente del Monte Bianco. Già l'ambiente ! Ci ha subito condizionati per la grandezza degli spazi e la severità, e poi era del giorno prima la tragedia del Petit Plateau.
A casa, nel corso dell'anno, avevamo, più o meno tutti, fatto dei programmi se pur minimi sugli obiettivi che intendevamo realizzare studiando sia la Vallot che la guida del Piola, ma appena arrivati ci siamo resi conto per vari motivi che tra il dire e il fare c'è di mezzo ... la montagna!.
Subito suggestionati abbiamo scelto la prima via sull' Aiguille Rouge, così si prende pratica del granito e poi siamo di fronte al Bianco e intanto ci si abitua. Al secondo tiro ci si cala tutti, eravamo in 6, quasi una scampagnata. Un incidente poco prima di noi, con relativo recupero con l'elicottero, aveva lasciato il segno sulla roccia, poi il 1° di una cordata sopra di noi l'abbiamo visto volare su un chiodo. Basta!
La sera, come sempre, in campeggio è un frenetico consultare di fotocopie delle relazioni per trovare la via idonea. Si opta con Cesare e Luigi per la via Vaucher al Gendarme del Peigne parete EST dalla guida del Piola, 45 minuti di avvicinamento dalla funivia di Plan de l'Aiguille.
Dopo un'ora e trenta alla ricerca della parete est del Peigne desistiamo e ci si dirige verso la Ovest dove avevamo visto gente, faremo questa, ci siamo detti, pazienza: All'attacco chiediamo il nome della via ben sapendo la figuraccia che stavamo facendo e un top climber con fazzoletto al posto del caschetto e naturalmente la erre moscia ci ha risposto : "c'est la voie Vaucher!", ma non doveva essere ad Est? Boh .
Abbiamo poi cercato l' Aiguille du Pouce dato ad 1 ora dalla funivia dell' Index, con Stefano, Roberto e Cesare dopo 2 h. e 30 abbiamo visto l'attacco ad almeno 45' di cammino, appena arriviamo al campeggio credo che butteremo la guida per poi scoprire che la nuova edizione in francese è molto più chiara e ben dettagliata.
Moreno e Matteo vanno al rifugio dell' Envers des Aiguilles ma alcune vie, quelle più alla nostra portata, non sono accessibili a causa dell'eccessiva distanza del ghiacciaio dalle pareti.
Siamo un po' presi dallo sconforto anche perché spesso ci viene in mente il Ciavazes o il Falzarego e la loro comodità di accesso !
Tutto questo, insieme ai condizionamenti mentali ha contribuito non poco al ridimensionamento dei programmi.
La sicurezza viene però dall' Aiguille du Midi, comodo da raggiungere, anche se dispendioso, e le vie frequentatissime. Optiamo per la Rebuffat, la più facile della parete. Finalmente qualche successo!, anche Marco e Roberto salgono in cima al Bianco per la normale francese nonostante il forte vento. Silvano e Walter realizzano lo spigolo sud della Chapelle de Glière.
Dopo un po' di ripensamenti Cesare ed io decidiamo di andare a bivaccare ai Drus per tentare la diretta americana. Purtroppo, a causa di una caduta durante l'avvicinamento, Cesare ha riportato la distorsione ad una caviglia e questo ci ha costretti a rinunciare alla via. Pazienza, dicono sempre tutti che il Dru, come tutte le altre montagne, rimangono sempre lì ma per noi non é facile accettarlo.
Con Marco e i due Roberto decidiamo di andare a fare la Crook-Penning al Piler Rouge de l'Aiguille de la Blaitière una via di 250 metri difficoltà TD.. Rispetto alla solita guida non tornano i tempi di avvicinamento ma arriviamo comunque all'attacco. Il primo tiro è di IV per cui non ci facciamo troppi problemi, ma accidenti al quarto ! che scala usano i francesi ? arriviamo in sosta, ottima su due spit, ma neanche un chiodo intermedio. Penso che sul tiro di 6a la cosa sarà diversa. Illusione. In tutta la via ( un solo passaggio "singolo" di IV) gli spit sono solo alle soste, però questo è veramente clean climbing !
La sera in campeggio intorno a buone bottiglie di Sauternes le discussioni si sprecano sulle valutazioni delle vie, sui tiri di corda, sulle relazioni, sulle nostre capacità, siamo "alpinatori" o "arrampichisti", crodaioli o veri alpinisti ?
Sicuramente anche questa esperienza ci è servita per accrescere il nostro bagaglio di conoscenze che senza dubbio potrà servire ad aumentare la sicurezza nell'andare in montagna e soprattutto a capire che si deve andare in montagna con più umiltà e meno presunzione, più fatti e meno chiacchiere a Maiano.
Firenze, 30 agosto 1994.